In fenomenologia l’empatia è una questione di relazione autentica tra soggetto e soggetto, paritetica e posta sullo stesso piano. Alcune cose si riescono a conoscere e comprendere attraverso la coscienza con l’epochè, altre le si capisce in modo affettivo(Gefuhl)con l’empatia(Einfuhlung).Il fenomeno è il frutto di una relazione, il fenomeno è un oggetto interno, del fenomeno ho un vissuto. Il Gefuhl è il sentimento legato al vissuto. Il Gefuhl contemporaneamente vissuto, fenomeno e relazione. Il Gefuhl è il luogo dove tutte queste cose convergono; dove è possibile sentire l’altro dell’altro attraverso il mio sentire. L’empatia è una parte del Gefuhl dove sento che c’è un altro diverso da me e quindi un altro Gefuhl. L’empatia è intenzionale, ma non fa parte della volontà, è cioè intenzionale ma non c’è intenzione. E’ una propensione verso l’altro, come un vettore indirizzato all’affettività dell’altro.
Edith Stein, allieva e assistente del fondatore della fenomenologia, Edmund Husserl, aveva voluto applicare il metodo fenomenologico alle“emozioni”dell’uomo, si era infatti concentrata sulla comprensione patica(affettiva),tralasciando la parte eidetica(dellamente) delle relazioni fra soggetti. Con il termine empatiasi traduce il tedesco Einfühlung,viene spiegato come una“esperienzasui generis”, l’esperienza dello stato di coscienza altrui in generale, l’esperienza che un Io ha di un altro Io a questo simile. L’incontro con l’altro, il comprendersi reciproco, il mettersi in sintonia con il vissuto di un’altra persona è un’esperienza che si compie sempre tra gli esseri umani, a volte in maniera più immediata, altre con modalità più complesse. Ciò che ci consente di cogliere il vissuto dell’altro è un atto particolare che definiamo empatia. Mediante essa si è in grado di afferrare quanto l’altro sta vivendo o che ha già vissuto. E’ connaturata all’essere umano, è quanto ci consente di condividere i vissuti altrui in maniera immediata e naturale. E’ possibile solo in una relazione autentica fra due persone(soggetto-oggetto),connotata di reciprocità. Tale questione viene trattata con particolare riguardo all’interno della fenomenologia. Secondo Edith Stein come la coscienza è strutturalmente aperta alla realtà esterna che le è data in modo originario, così l’Io è aperto agli altri Io, li coglie come centro di orientamento del mondo diversi da sé e ne può empatizzare le esperienze vissute. In questi casi però l’Io non scompare, non si fonde con l’Io dell’altro. E’ proprio la diversità che consente l’empatia, vissuta da un Io integro e libero. Se l’io si fondesse con l’altro, non ci sarebbe più l’esperienza dell’altro. Husserl a tal proposito scrive:«Iovedo, ascolto, faccio esperienza non solo con i miei sensi, ma anche con quelli degli altri, e gli altri non esperiscono unicamente mediante i propri sensi, ma anche con i miei.
L’altroè fondamentaleper la costituzione del mondo sensibile, così come dello spirito comunitario senza che questo determini la perda la propria individualità all’interno del tutto. L’empatia, l’Einfühlung,è uno strumento naturale, immediato, tipicamente umano attraverso cui si riesce a cogliere e a comprendere gli altri esseri umani, i loro vissuti, i loro stati d’animo, i loro sentimenti. Per la Stein, come per Husserl, dunque, c’è un immediato mettersi in relazione agli altri mediante l’Einfühlung. Quindi l’altro lo incontro proprio con l’empatia. Edith Stein vuole cogliere il nucleo della questione, con il preciso scopo di coglierne l’essenza. E. Stein sviluppa tale argomento sia nella sua tesi di laurea: Il problema dell’empatia che in Introduzione alla filosofia, in cui la sua visione rimane sostanzialmente la stessa. Il concetto di presentificazione si modifica leggermente nnella sua accezione. Non ha più anche il significato della percezione della concreta della persona, ma unicamente ciò che non è dato in modo originario, e che pertanto deve essere reso presente. Il vissuto presentificato è l’atto attraverso cui mi rendo conto del vissuto altrui, e benché io abbia la possibilità di giungere in prossimità dell’altro, non riuscirò mai a cogliere pienamente quanto vive e sente in se stessoe tale impossibilità di immedesimazione è anche il limite della libertà altrui. Scrive la Stein«Oral’empatia, in quanto presentificazione, è un vissuto originario, una realtà presente. L’esperienza dell’altro è fondamentale anche sotto un altro aspetto, perché attraverso essa comprendo analogicamente la mia e viceversa, comprendo l’altro attraverso l’esperienza che ho di me stessa. Quindi la vista della vita psichica dell’altro(…)ci fa conoscere la nostra, così come si presenta osservata dall’esterno». Pertanto l’esperienza empatica ha un ruolo fondamentale per l’essere umano, in quanto non solo rappresenta il ponte verso l’altro, ma diventa e si trasforma in strumento di conoscenza di se stessi. Ed è proprio in questo scambio reciproco di esperienze e di relazioni umane che si comprende in modo pieno l’universo persona umana. Senza la possibilità del confronto e del rapporto con l’altro non si riuscirebbe neppure a guardare nelle profondità di se stessi. L’altro è una fonte continua di esperienze, esperienze che probabilmente da sola, sia per una certa conformazione caratteriale, sia per fattori educativi, non riuscirei mai né a vivere né tantomeno a comprendere. Dunque sia per E. Stein che per Husserl, l’empatia fonda la stessa esperienza umana.
L’empatia è diversa dalla simpatia. Sia la simpatia che l’empatia sono legati nel quadro della semantica della compassione. Il sympathosper la sofferenza di un altro(patireinsieme) indica quelle capacità che portano ad una motivante compassione e ad un’azione partecipativa verso il prossimo; inoltre il termine enfatizza un’attenzione tale verso i sentimenti altrui da esserne profondamente coinvolti. Si sente lo stesso sentimento, esiste quasi una fusione. L’Empathos, come abbiamo visto, è dunque la capacità di fermarsi di fronte ai sentimenti e alle situazioni di un’altra persona, indica la connotazione di essere capace di comprendere e supportare esperienze emozionali molto forti, senza esserne completamente immersi. È un mettere se stessi al posto dell’altro, vedendo il mondo con i suoi occhi, esaltando il carattere fondamentale della compassione. Sentire il sentimento dell’altro, sentire attraverso. L’empatia è diversa anche dal cosentire(Mitfuhlen)in cui ci si pone nell’avvenimento dell’altro e si sente la gioia o il dolore per quell’avvenimento, quindi si gioisce con lui per quell’avvenimento, mentre empatia significa percepire la stessa gioia dell’altro. Così nel semplice sapere dei vissuti dell’altro, lo stesso vissuto rimane estraneo, un sapere vuoto.
6 pensieri su “Empatia”
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